mercoledì 15 luglio 2009
15.000 in delirio per Caparezza
Bari c’è. Tutta la Puglia c’è. Nessuno è mancato all’appuntamento di sabato 11 luglio 2009 presso l’area parcheggio della spiaggia “Pane e Pomodoro” sul lungomare barese, per il concertone pugliese doc al 100% del molfettese Michele Salvemini, in arte Caparezza. Il concerto del rapper molfettese ha chiuso così la due giorni di musica organizzata dal free music festival 2009 “L’acqua in testa”, la manifestazione barese arrivata alla quinta edizione e dedicata alla tutela dell’acqua come bene comune e alle energie alternative e rinnovabili. Ad aprire la serata la band barese, ancora per poco emergente, “La Fame di Camilla”, il cui rock melodico ha riscaldato il pubblico giù numerosissimo passando dalla malinconica e suggestiva “Ne Doren Tende” testo scritto in albanese, lingua madre del frontman Ermal Meta, per salutare con “Storia di una Favola” primo singolo ufficiale pubblicato dalla Universal e dalla Emi Music Publishing. A chiuderla invece il giovane dj e producer CONGOROCK, salentino trapiantato a Milano, dove si è prima distinto come dj per poi diventare una star internazionale, sull'onda crescente della nuova scena italian electro. Nel mezzo c’è Caparezza. Ore 21.45. “Michele, Michele” gridano all’unisono i 15.000 presenti, l’aria si fa calda nonostante un venticello fresco ed un cielo nuvoloso che non fanno ben sperare. Il presentatore Michele Wad (Radio Popolare Network) lo annuncia come “il Pavarotti pugliese”, nel delirio generale della folla, tutto è pronto per il Capa nostrano, che non si fa troppo attendere. Le mani tutte in alto, tunica rossa per il vate della musica pugliese, in un’atmosfera tribale e da albori primordiali, scimmioni che lo accompagnano a colpo di tamburo, si aprono le danze con “Bonobo Power”, quattordicesima traccia dell’ultimo album “Le Dimensioni del mio caos” (2008) il cui fortunato tour, il “Tour del caos” appunto sta portando in giro per l’Italia il nostro Caparezza dall’aprile dello scorso anno. Lo showman ora in camicia bianca e gilè nero continua il suo spettacolo con “Vengo dalla luna” fortunatissima canzone del secondo album “Verità supposte” del 2003. È il momento di parlare di crisi, una parola ed un concetto sul quale la testa riccia insiste spesso durante i suoi concerti (durante il concerto a Molfetta lo scorso marzo 2009 iniziò a parlare proprio di crisi per introdurre sul palco l’amico Bugo e la sua “C’è crisi”). In questo caso il concetto di crisi è usato come prologo per introdurre un altro piccolo gioiellino tratto dal concept album “Habemus Capa” del 2006, “Felici ma trimoni”, già il titolo tutto giocato su quella ironia a volte leggera a volte più pesante ma mai volgare a cui Caparezza ci ha abituato ormai, basta da solo a fare spettacolo, il pubblico grida il ritornello “siate felici ma trimoni, voi e codesti testimoni” in un inno della pugliesità dato che è usata una tipica parola del dialetto pugliese. E sempre il tema della crisi viene utilizzato per introdurre la coreografia inedita che accompagna un altro successo di “Verità Supposte”, “Jodellacrisinonhocapitouncazzo”. Caparezza si traveste da Biancaneve e continua a parlare di crisi economiche, tra possibili soluzioni, come quella di farsi mantenere da nani pieni di diamanti, in un gioco di parole e doppi sensi davvero riuscito, presenta i suoi compagni nani ovviamente rinominati per l’occasione, da “subdolo” a “capezzolo”, il pubblico gradisce le trovate geniali dell’artista molfettese e lo accompagna in risate e applausi. Il concerto continua così con un Caparezza assolutamente in forma, che corre da una parte all’altra del palco svestendosi e rivestendosi, tra coreografie e scenografie alcune delle quali inedite e nuove, proponendo vecchi e nuovi successi da “Io diventerò qualcuno” a “La mia parte intollerante”, da “Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti”. “Voglio trasformare Pane e Pomodoro in Woodstock” grida Caparezza ed in occasione del quarantesimo anniversario di quello storico festival rende omaggio alla cultura hippy con “La Rivoluzione del Sessintutto”. Per arrivare alla riuscitissima performance di Diego Perrone, seconda voce di Caparezza nonché frontman del gruppo “I Medusa”, che si esibisce in una intramontabile “My Generation” dei grandi “The Who”. Si continua con lo show, coreografie camaleontiche che ricreano atmosfere che vanno dalla Roma antica alla Spagna dei matador, e rafforzano –laddove ce ne fosse bisogno – testi come sempre mai banali ma sempre attuali, impegnati, che potrebbero tranquillamente essere solo letti per quanto sono validi, da “Cacca nello spazio” alla meravigliosa storia di un eroe dei nostri tempi “Eroe (storia di Luigi delle Bicocche)”. “Vieni a ballare in Puglia” si conferma ormai come l’inno della Puglia, quella Puglia che amiamo e che il Capa ama con noi pur con tutte le sue mille contraddizioni. È quasi mezzanotte, il concerto sta per volgere al termine.“Ilaria condizionata” chiude lo spettacolo del rapper molfettese (mancato pubblicitario per nostra fortuna), e raffredda i corpi sudati dei 15.000 spettatori, giovani, anziani, bambini (davvero molti questi ultimi e visibilmente divertiti). Se è questo il potere magico della musica, quello di mettere insieme tutti e di superare le barriere culturali, generazionali, di sesso, etnia, razza, allora il nostro caro Michele è un mago!
Roberta Genghi
*foto di Armando Velluso
http://it.wikinews.org/wiki/BARI_C%E2%80%99E%E2%80%99._15.000_SPETTATORI_PER_CAPAREZZA#Fonti
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